San Rocco, spogliata di ogni arredamento sacro, è fessura di mondi.
Per riabilitare questo spazio ci vuole un nuovo credo,
quello del luogo che è guscio per le cose segrete, intime, ritrovate e preservate.
Quì...visione panoramica di oggetti semplici...
rifugio nel cerimoniale della scrittura che si fa mappa.
Nell' abside, il “Cartastorie” è supporto per la parola scritta, un gesto vuoto, un a-capo in picchiata fino alla riga spezzata di poesia, fogli di carta strappati, ripiegati e archiviati...
testimonianza di un vissuto.
Sul soffitto il “Capocielo” sospeso che scende fino a terra e segna il suo perimetro.
Macchina di ornamento in controluce, tana di un teatro mistico in una liturgia danzante.
Negli altari “La sposa e i tre scapoli” pretendenti,
un rito che non si compie, tra loro uno spazio di non conciliazione.
Una distanza invalicabile
Gli scapoli bloccati nella loro condizione
icone vuote;
la sposa inchiodata al suo destino celibe, sposa senza sposo.
Cerimoniale
come scrittura, come ritualità, come ornamento.
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Chiara Marconcini (sabato, 25 settembre 2021 18:59)
Salve, sono una studentessa dell'Accademia di Belle Arti di Bologna, indirizzo scultura. Ho visto l'opera "archiceramicha: torre n°1" al festival della ceramica di Verona e mi ha colpita molto. Mi chiedevo se lo studio accettasse stagisti visto che per completare il corso di studi è necessario un tirocinio e il progetto di TERZAFORMA mi sembra molto intrigante.