il bosco (d)entro 

Il percorso con Giorgia Cangiano e Luigi Gioli, iniziò nel settembre 2013, quando con piccoli gesti artistici dentro il bosco Langer, realizzammo degli interventi “site-specific” tra le piante e le rovine dell' unico bosco urbano di Rovigo.

Nell' arco di un anno, ci siamo addentrati in questo bosco urbano per rivelarlo; con diverse tecniche espressive, abbiamo interpretato in forma poetica il bosco: dall' ombra del sottobosco, alla luce delle chiome degli alberi passando attraverso le sue ramificazioni.

Con le diverse sensibilità artistiche dei tre autori, abbiamo dato forma all'elegia di un luogo che rischiava, o forse rischia ancora, di scomparire.

CON TATTO

Le radici degli alberi sono come dita che affondano nella terra.

Sono linee che dalla terra si proiettano verso il cielo, attraverso il tronco e i rami.

Le radici sono i canali di un sistema linfatico che pervade il terreno, l’ humus.

Le radici emergono dal terreno quando si sentono già tronco, quando sono incontenibili.

Allora fanno corteccia, sviluppano epidermide.

Ai margini raccolgo tracce.

Cammino, è un cammino vigile,

mi fermo dove il terreno mi dice,

dove il terreno rivela.

Con le mani affondo le radici nella materia dell’ arte e acquisisco tracce,

acquisisco impronte che diventano epidermide,

dò testimonianza di presenze discrete.


All' inizio era uno spazio contemplativo/meditativo ritagliato attorno al tronco di un albero. Era il 29 settembre 2013 e nel bosco Langer di Rovigo avevano luogo una serie di azioni artistiche denominate “Azioni di difesa del bosco”. Tre nostri interventi di lettura di quel bosco.

Quì e ora invece, nell' allestimento degli spazi di Villa Badoer, tre telai di legno secondo la forma del cubo, ritagliano nello spazio un trittico entro cui vivono le testimonianze del CONTATTO che ho avuto con la materia vivente del bosco. La forma geometrica cerca di leggere lo spazio geometrico euclideo delle stanze della villa, le cui proporzioni seguono la regola della sezione aurea.

Tre tecniche per altrettante forme rappresentative della materia arborea.

Dalla più concreta, le formelle in gesso in altorilievo, alla più eterea ed evanescente, le formelle in vetroresina con le membrane in lattice, che diafane e semi trasparenti portano impresse sottili venature, quasi fossero pieghe di un' epidermide. Impronte digitali di dita-mani affondanti nel terreno.

E sono dita-mani sporche di terra, mani che hanno raccolto e trattenuto materia vegetale a definizione del loro limite “FINIS TERRAE” e ad affermare “..... PERCHE' DA LI' NOI VENIAMO !”.

Astrazione nei limiti del TERRENO.

Al centro dell' installazione un' esperienza acerba, abbozzata, non più concreta ma non ancora eterea; non più della terra ma non ancora celeste.

Immagini al negativo che conservano il ricordo di MATERIA E FORMA DI CUI SON FATTE le radici.

Residui di terra e vegetali sono traccia delle origini BASSE di queste forme.

Le forme concatenate tra loro diventano articolazione, MEMBRA MANCATE, ma anche FORME CORTEGGIATRICI.

Gli altorilievi sono infine, ma all' inizio, concrezione tridimensionale generata per colata entro stampi di argilla, essa stessa materia della terra.

Le forme, tratte nelle diverse stagioni dell' anno AUTUNNO→INVERNO→PRIMAVERA→ESTATE hanno conosciuto l' evoluzione del bosco con i diversi elementi presenti sul suolo: foglie verdi del primo autunno→foglie secche dell' inverno→germogli della primavera→semi e lanugine dell'estate.

Le formelle, umide e calde nella fase di maturazione, sono state a loro volta suolo, hanno dato vita effimera a semi germogliati.

Tutte riunite creano un' essere biomorfo del tutto simile ma diverso dalle singole parti che lo compongono.

Le attività sul sito del bosco si sono svolte da ottobre 2013 ad agosto 2014.